Conosco un Nome che salva

MUSICA, ARTE E LETTERATURA

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Gli Stati Uniti, ormai da decenni, sono un Paese che fa tendenza, in campo culturale ed economico. La musica non fa eccezione e, fin dai tempi di Elvis Presley, se non prima, da oltreoceano è arrivata l’eco di artisti destinati a influenzare profondamente i musicisti europei e anche il costume.

Nell’ampio panorama della musica americana, vogliamo segnalarvi l’artista Brandon Lake e il suo album, “Kings of Hearts”. Kings of Hearts (Re dei cuori) è il quinto album in studio dell’artista, pubblicato il 13 giugno 2025 con l’etichetta Sony Music, e già dalla copertina, con i rimandi al crocifisso e al sacro cuore, si capisce a quale Re si riferisca.

Abituati al pudore con il quale gli artisti italiani mostrano la loro fede, stupisce di trovare un cantautore di grande successo che ha fatto della sua carriera un modo per lodare Dio. Stiamo parlando, infatti, di un cantautore che, cristiano protestante, e nato a Dallas, in Texas, nel 1990, ha già ricevuto 12 nominations e vinto 5 Grammy Awards, i più prestigiosi premi musicali americani.

Come si diceva, spesso le onde di ciò che accade negli Stati Uniti sono giunte fino alle sponde dell’Europa.

E così, anche sulle radio nostrane, specie quelle che trasmettono musica rock, si sono sentiti alcuni suoi brani. Così è stato per Hard fought alleluja, che parla della difficoltà nella preghiera, brano dove si apprezzano la voce ruvida di Brandon e un arrangiamento essenziale, oppure il primo singolo estratto dall’album, ovvero That’s who I praise, un brano pop-rock pieno di energia, o Sevens l’ultimo singolo estratto in ordine cronologico, brano propriamente rock e con tonalità che evocano la battaglia con le forze del male.

In questo album vogliamo segnalare una canzone, in particolare, visto che questo sito ha a cuore il nome di Dio.  Si tratta di I know a name (conosco un nome), un pezzo pieno di energia, in duetto con la cantante Cece Winans, famosissima artista gospel, tutto incentrato sulla potenza del nome di Dio, Gesù.                                                            Le prime parole della canzone lo dicono chiaramente: “Conosco un nome che può mettere a tacere le onde fragorose, conosco un nome che può svuotare una tomba, conosco un nome, è l'unico nome che salva ed è degno di ogni lode”.                                                                                                                                                                                    Si ritrova nel testo la fiducia nel rivolgersi a Dio, perché intervenga nella nostra vita, che si ritrova ad esempio laddove Brandon canta “qualcosa esce dalla tomba, ogni volta che ti chiamo, Gesù”, verso che esprime il potere di Dio di guarire le cose che il peccato ha reso morte nella nostra vita.                                                                                              C’è un rimando chiarissimo alla Scrittura nei versi “Where, oh death, is now your sting? And where, oh grave, your victory?” (dov’è, o morte, adesso il tuo pungiglione? Dove è, o tomba, la tua vittoria?), ovvero alle parole dell’apostolo Paolo nella prima lettera ai Corinzi (1 Cor 15, 55). Un modo, insomma, per pregare, cantando, e manifestare la fede nella resurrezione di Gesù e nella vita oltre la morte che ci attende.

E’ un brano molto gradevole che, se vi capita di trovare alla radio, o di cercare sul web, potrete apprezzare musicalmente ma soprattutto per ciò che esprime (qui il link per un ascolto https://www.youtube.com/watch?v=KnMqQgzpLAM).                                                                                                                                                                                Particolarmente significativa è la ripetizione, più volte, delle parole “dead things come alive” (le cose morte tornano in vita) sempre “in the name of Jesus” (nel nome di Gesù). 

Si parla molto del potere terapeutico della musica e a molti sarà capitato, in un momento di sconforto, di ascoltare una canzone che ci invita a non mollare. E se fosse una canzone, che è anche preghiera, e che ci dice che ciò che è morto può tornare in vita? Nel nome di Gesù, ovviamente!