I canti gospel: un antidoto contro la bestemmia
MUSICA, ARTE E LETTERATURA
12/1/20253 min read
Di fronte ad un problema, piccolo o grande, una sofferenza o un’ingiustizia, spesso la reazione è quella della rabbia. Ce la prendiamo con chi riteniamo colpevole del dolore che stiamo provando e, in alcuni casi, attribuiamo a Dio la responsabilità dei mali che ci colpiscono. Di frequente, in queste situazioni, alcune persone bestemmiano per colpire Colui che, secondo una visione distorta, dispensa le disgrazie o, comunque, le permette. Tale reazione forse è la più scontata, la più semplice, quella che in certi casi sorge naturale.
Eppure, non per tutti, la soluzione è quella di imprecare verso gli altri e verso il Creatore.
Nella storia, ci sono stati uomini e donne che hanno compreso una grande verità: si può affrontare il dolore e l’ingiustizia attingendo forza da Dio, benedicendolo in ogni situazione, sperimentando la gioia di lodare il Padre che cammina insieme a noi.
È quello che fece il popolo afroamericano quando, dopo la scoperta dell’America e lo sterminio degli Indios, già a partire dal Cinquecento, giunse in America, portato dagli Europei nelle immense piantagioni, sottoposto a schiavitù. Questa tremenda piaga durò per secoli fino a che nel 1865 venne abolita, anche grazie alla volontà del presidente Abraham Lincoln.
Nei secoli in cui gli Europei avevano potuto sfruttare il lavoro degli Afroamericani si erano accorti della straordinaria resistenza che questo popolo possedeva rispetto alle popolazioni precolombiane. Resistenza che si manifestò anche nel modo in cui essi reagirono dinanzi a una vita di privazioni: il canto fu un antidoto al dolore: un canto semplice, ripetitivo, accompagnato talvolta dal battito delle mani, costruito sull’alternanza di voce solista e “coro”. Definiti work song o spiritual, erano intonati nel pesante lavoro dei campi e la sera nei momenti di riposo e di ritrovo comunitario. Gli spiritual parlavano di Gesù e di quella fede che gli schiavi avevano appreso dai loro aguzzini ma che, nonostante ciò, trasmetteva loro speranza e forza. La storia di Gesù, del giusto per eccellenza perseguitato e rifiutato dagli uomini, aveva toccato certamente il loro cuore.
Dagli spirituals nacquero in seguito i canti gospel, tanto amati ai giorni d’oggi e tanto diffusi nei concerti che precedono la festa del Santo Natale.
Ed è incredibile pensare come tante parole di speranza e di fede in Dio venissero cantate da chi non intravedeva nemmeno un barlume in fondo al tunnel della sopraffazione.
Se consideriamo alcuni brani musicali tra i più noti, nati tra Settecento ed inizio Novecento (in alcuni casi raccogliendo la tradizione orale precedente), ci accorgeremo di questa straordinaria fiducia nel Creatore. Amazing grace racconta la grazia di chi da schiavista ha incontrato Dio e ha trasformato completamente la propria vita; Joshua fit the battle of Jericho narra l’incredibile vittoria di Giosuè contro l’inespugnabile città di Gerico; When the saints go marching in esprime il desiderio di avere parte alla gioia del paradiso; Go down Moses ricorda la storia del popolo di Israele, oppresso dagli Egizi, e liberato prodigiosamente grazie alla potente mano di Dio, Go Tell It on the Mountain annuncia con gioia la nascita del Salvatore; Down to the river to pray invita chi ascolta a trovare il tempo e il luogo per pregare Dio affinché egli indichi la strada da percorrere; Nobody Knows the Trouble I've Seen afferma con fiducia che Gesù conosce i dolori più intimi, i problemi e le difficoltà di ogni uomo.
L’elenco potrebbe continuare e servirebbe solo a confermare come anche nella sofferenza, e non solo nella gioia, è possibile innalzare la propria lode a Dio: “Benedirò il Signore in ogni tempo”(Sal 34). Benedirò e non maledirò, non lascerò che il dolore mi renda cieco alle grazie che Dio elargisce in ogni situazione di vita.
In questi giorni che precedono il Natale, in cui le sale e i teatri si riempiranno di persone desiderose di ascoltare i suggestivi canti gospel, spesso per semplice moda, ricordiamo, dunque, il valore inestimabile di questi brani musicali: canti che ci ricordano l’importanza della lode, canti che ci invitano a rispettare Dio e a trovare in Lui la forza per affrontare le difficoltà, canti che sottolineano indirettamente quanto la bestemmia non può e non deve essere la soluzione al dolore.
Che l’Avvento possa aiutarci a crescere nella fede in Dio, anche quando, come per gli Afroamericani oppressi, sembra che Egli si sia dimenticato di noi.
Rispetta il nome di Dio
Combatti la bestemmia insieme a noi!
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