Lodare Dio fa bene al cuore
PAROLA DI DIO E SPIRITUALITÀ
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Fare attività fisica, ridurre i grassi saturi, gli zuccheri, il sale ed evitare di fumare sono tutti comportamenti che fanno bene al cuore. Tutto qui? Eppure c’è un altro comportamento che fa bene se ci si riferisce “al profondo delle coscienze umane, toccando il mistero interiore dell'uomo, che nel linguaggio biblico (ed anche non biblico) si esprime con la parola «cuore» (Redemptor hominis, 8). Ci stiamo riferendo alla preghiera di lode.
Ma cos’è, anzitutto, la preghiera di lode? Il catechismo della Chiesa Cattolica ci dice che “la lode è la forma di preghiera che più immediatamente riconosce che Dio è Dio. Lo canta per se stesso, gli rende gloria perché Egli è, a prescindere da ciò che fa. È una partecipazione alla beatitudine dei cuori puri che amano Dio nella fede prima di vederlo nella gloria” (Catechismo Chiesa Cattolica n. 2639).
Perché dovremmo lodare Dio? La preghiera di lode non serve a Dio, ma a noi. Lo esprime bene la liturgia, con le seguenti parole: “Tu non hai bisogno della nostra lode, ma per un dono del tuo amore ci chiami a renderti grazie; i nostri inni di benedizione non accrescono la tua grandezza, ma ci ottengono la grazia che ci salva, per Cristo nostro Signore” (Messale Romano, Prefazio comune IV). La lode, allora, diventa un modo per mettere da parte ciò che ci può allontanare da Dio, e sintonizzarci con Lui, riconnetterci a Lui, entrando alla Sua presenza con il nostro “cuore” ossia con ciò che c’è di più profondo.
La lode dovrebbe allora essere un atteggiamento costitutivo della vita del cristiano e l’eucarestia, che contiene ed esprime tutte le varie forme di preghiera, è chiamata dalle tradizioni della Chiesa d’Occidente e d’Oriente come sacrificio di lode (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2643).
Lodare il Signore è anche un modo per riparare alle tante offese al Suo santo nome e diffondere, tra i credenti, l’attitudine a questa forma di preghiera. Come diceva Papa Francesco “lodare è come respirare ossigeno puro: ti purifica l’anima, ti fa guardare lontano, non ti lascia imprigionato nel momento difficile e buio delle difficoltà” (Udienza generale 13.1.2021). Già, respirare, come diceva il filosofo cattolico Soren Kierkegaard, parlando della preghiera più in generale come di una necessità vitale: “Giustamente gli antichi dicevano che pregare è respirare. Qui si vede quanto sia sciocco voler parlare di un perché. Perché io respiro? Perché altrimenti morirei. Così è con la preghiera».
Come lodare Dio? La preghiera di lode dovrebbe partire proprio dal riconoscere Dio come immenso amore e benedirlo per questo. Ce lo insegna Gesù, nella preghiera che rivolge al Padre: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,2). Così, ricorda ancora Papa Francesco: “Anzitutto lo loda per quello che è: «Padre, Signore del cielo e della terra». Gesù gioisce nel suo spirito perché sa e sente che suo Padre è il Dio dell’universo, e viceversa il Signore di tutto ciò che esiste è il Padre, “il Padre mio”. Da questa esperienza di sentirsi “il figlio dell’Altissimo” scaturisce la lode. Gesù si sente figlio dell’Altissimo” (ibidem). Di fronte alle nostre titubanze nell’intraprendere questa forma di preghiera, sono ancora belle le parole di Papa Francesco, in una sua omelia di inizio pontificato: “Questa è una preghiera di lode: lodiamo Dio per la sua grandezza, perché è grande! E gli diciamo cose belle, perché a noi piace che sia così. ‘Ma, Padre, io non sono capace… Io devo…’. Ma sei capace di gridare quando la tua squadra segna un goal e non sei capace di cantare le lodi al Signore? Di uscire un po’ dal tuo contegno per cantare questo? Lodare Dio è totalmente gratuito! Non chiediamo, non ringraziamo: lodiamo!” (omelia 28.1.2014).
Aprirci alla preghiera di lode, quindi, ha un grande effetto positivo ed è quello di darci un nuovo sguardo. Se lodiamo Dio come Padre che ci ama immensamente, allora siamo anche figli amati. Se siamo figli amati, siamo anche capaci di vedere i segni di questo amore nella nostra vita e di ringraziare per quanto ricevuto. Questo farà certamente bene al nostro cuore, inteso come centro della nostra vita spirituale, ma siamo convinti che ne trarrà giovamento anche il nostro muscolo cardiaco!
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