Potrebbe essere Dio

MUSICA, ARTE E LETTERATURA

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Ci siamo nel tempo abituati alla canzone italiana sempre più disimpegnata, attenta a non toccare temi scomodi, che implichino dibattito o che richiedano una certa riflessione. Renato Zero, artista per certi versi discutibile, si è contraddistinto nel tempo per rifuggire la parte del cantautore che non disturba e, anzi, negli anni ha avuto il coraggio di parlare in profondità con i suoi testi e di portare, anche sul palco dell’Ariston, temi davvero lontani dai soliti clichè.

Tra i tanti brani del cantautore romano abbiamo scelto “Potrebbe essere Dio”, canzone che fa parte dell’album Tregua del 1980, che contiene anche la celebre Amico scritta assieme a Dario Baldan Bembo.Il testo della canzone si apre con quello che potremmo definire il panorama della società attuale: “Se c'era un Dio da discutere/ Adesso, non c'è più / Sei troppo ingenuo da credere / Che un Dio, sei tu.                                                                                                                                          Ci si può scorgere sia un riferimento a quella società “irreligiosa” di cui parlava il filosofo Augusto Del Noce, in cui il problema dell’esistenza di Dio ha smesso di essere un tema di interesse, sia all’eterna tentazione dell’uomo, quella di sostituirsi a Dio come ha suggerito il Serpente antico nel capitolo 3 della Genesi.

Nel prosieguo della canzone il cantautore tratteggia quelli che sono gli idoli più frequenti del nostro tempo per soppiantare Dio, purtroppo scomparso dall’orizzonte dell’uomo moderno: la scienza, la ricerca del paranormale, il sesso disordinato, la droga, il denaro, il salutismo (“Dio, non

sarà aritmetica / Nè parapsicologia/ Non sta nei falsi tuoi simboli / Nella pornografia / Ti giochi Dio al Totocalcio / Lo vendi per una dose / Lo butti via in una frase / Lo cercherai in farmacia”). Nella società edonistica di oggi, l’uomo, ripiegato su se stesso, cerca di sfamare il suo bisogno di infinito in cose che non possono darglielo e che si rivelano solo vuoti simulacri, falsi simboli appunto.

C’è poi un riferimento, nello stigmatizzare questa situazione, al nominare invano il nome di Dio e alla bestemmia – lo butti via in una frase. Una pratica che è tanto grave quanto paradossale in una società che ha rimosso la presenza di Dio e che però lo ricorda solo per maledirlo, riducendo la questione fondamentale dell’esistenza umana (Dio esiste?) ad un vuoto e offensivo intercalare.

Ma non c’è solo sconforto, in questa canzone, ma, come deve essere per un cristiano, anche capacità di scorgere il bene che è sempre presente e di incoraggiare gli sfiduciati a compierlo. I versi “E non c'è Dio sulla luna / Ma in questa terra che trema” ci ricordano l’essenza del messaggio cristiano, ovvero che “quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli” (Gal 4, 4-5). Non c’è un dio lontano che non si cura degli uomini ma, come ricorda la Lettera agli Ebrei, Gesù è il Sommo Sacerdote che sa compatire le nostre sofferenze, essendo Egli stesso stato provato in ogni cosa, come noi, pur non cadendo nel peccato (cfr. Eb 4,15).

C’è poi l’invito a cambiare questa società secolarizzata (“Riporta Dio, dove nascerai / Là dove morirai / Riporta Dio nella fabbrica /Nei sogni più avari che fai”), in accordo con quella idea di Chiesa in uscita, tanto cara a Papa Francesco. Riportare Dio al centro della nostra vita, con i suoi momenti importanti scanditi dai sacramenti, negli ideali che guidano il nostro agire – non più la sola realizzazione di se stessi – e nei luoghi di lavoroProprio quest’ultimo ambito, nella lotta alla bestemmia che costituisce la mission di questo sito, rappresenta uno snodo cruciale.

Concludiamo con le parole che Renato Zero dedica a chi è in ricerca: Se mai, un Dio, non ce l'hai / Io ti presenterò il mio / Dove abita, io non saprei / Magari in un cuore / in un atto d'amore / Nel tuo immenso io, c'è Dio. Ed è proprio vero che nel nostro cuore possiamo incontrare Dio, perché gli interrogativi più profondi dell’uomo trovano in Cristo la vera luce (Cristo che “rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione” Gaudium et Spes, 22).

PER ASCOLTARE IL BRANO: https://www.youtube.com/watch?v=tKEB_2CnDtM