Ristoratori che lodano Dio

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Offendere Dio perché qualcosa non va secondo i nostri piani a causa del “destino” o della nostra inadeguatezza? Oppure ribaltare la prospettiva e provare a ringraziarLo per tutto ciò che dona gioia alla nostra vita rendendola più bella?

Basterebbe cambiare punto di vista per cancellare molte delle espressioni blasfeme che riempiono le nostre strade e case. Perché insultare Dio quando, per via della nostra goffaggine, abbiamo sbattuto il mignolo del piede sullo spigolo tagliente di un mobile? Perché non benedirlo, invece, per tutte le volte che abbiamo evitato di sbattere la testa su un’anta di un mobile, lasciata inavvertitamente aperta?


Sono proprio due ristoranti del Centro-Italia a scegliere quest’ottica e ad essere di testimonianza non solo per tutti i clienti del proprio locale ma anche per chi, per puro caso, si trovasse a percorrere la strada che vi passa davanti.

Signore te ne ringrazi, così afferma il nome di un noto ristorante di Macerata, aperto da Michele Biagiola, ex chef della stellata Enoteca Le Case, e consigliato per la cucina creativa e tradizionale da guide della ristorazione come Gambero rosso e Michelin. Signore te ne ringrazi sembra il verso di un salmo ma è semplicemente l’espressione popolare di chi, nel proprio dialetto, decide di accorgersi che quanto possiede è un dono di Dio, un dono che va accolto con riconoscenza.

A chi domanda il perché della coraggiosa scelta, lo chef risponde in questo modo: “Ringraziare è un’abitudine che appartiene alle culture che ci hanno preceduto, oggi è sempre più in disuso. L’abbondanza ha preso il sopravvento”.




Simpatico ma altrettanto di impatto è il nome di una pizzeria di Roma, sita nel Rione Monti in una suggestiva piazzetta del quartiere, segnalata dalla guida del Touring come locale in cui è possibile assaggiare la vera pizza romana e che da poco ha compiuto i suoi 29 anni di attività. Grazie a Dio è venerdì recita l’insegna: suona come un’espressione naturale, di sollievo, che sgorga dal cuore dopo una settimana pesante, fatta di impegni e preoccupazioni. Indirettamente, spinge chi la legge a ricordare che Dio c’è e che anche il tanto agognato weekend è un dono della sua bontà.

Non è possibile non ammirare questi ristoratori per il loro coraggio anticonformista che fa davvero la differenza! La loro scelta audace è di esempio a tutti: a chi bestemmia perché indica una nuova prospettiva, quella della lode e non dell’offesa; ai credenti che, molto spesso nei propri discorsi, pronunciano timidamente e quasi sottovoce il santo nome di Dio.